Grazie per tutto
Cari amici del comitato italiano
Caro Guerrino
Gentili signore e signori dell’ amministrazione comunale
Gentile signor sindaco
A
nome del gruppo di Freigericht desideriamo ringraziarvi per la calorosa
accoglienza riservataci dalle famiglie che ci hanno ospitato.
È stato per noi un grande onore e anche una grande gioia poter festeggiare con voi la festa di St. Antonio.
Non
solo il tempo è stato splendido in questi giorni, ma, accompagnati da
voi abbiamo anche potuto conoscere i bei dintorni di Gallicano. Grazie
anche per la bella serata nel ristorante con tutti gli amici. Don
Stefano ha accettato di cuore l’invito di don Enrico, consapevole che
nella tradizione italiana la festa del Santo Patrono è sempre molto
sentita. A nome del nostro piccolo gruppo don Stefano ha potuto
rivolgere durante la Santa messa alcune parole alla comunità di
Gallicano.
Una piacevole esperienza è stato per noi il partecipare
alla processione con la statua e le reliquie di St. Antonio e la
benedizione di uomini, animali, prodotti agricoli e macchine. Bellissimi
i fuochi artificiali la sera nel chiaro e freddo cielo invernale e poi
riscaldarsi le mani con una minestra calda e scambiare due parole con i
vicini.
Un grazie di cuore a voi, cari Guerrino e Bruno, che ci avete
dedicato tanto del vostro tempo con la visita a Palestrina e a Villa
Adriana.
Grazie per il piacevole e gustoso pranzo con voi, con il sindaco e i suoi collaboratori.
Un grazie ancora a don Enrico e a tutto il comitato.
Ci farà sempre piacere tornare da voi, così come noi saremo sempre felici di ospitarvi e avervi qui con noi a Freigericht.
Saluti cari a tutti
Willi e Marga Müller, Heribert Kornherr, Stefan Buß, Pasquina Schlagbauer, Gerd e Brunhilde Porsch.
Sinistra
a destra: Pasquina Schlagbauer, Guerinno Randolfi, Bruno Ferraresi, Willi und Marga Müller,
Gerd Porsch, Heribert Kornherr, Stefan Buß. Im Garten von Hadriansvilla.
San Antonio Fest in Gallicano nel Lazio
Freigericht/Gallicano
nel Lazio, im Januar 2008. Zur Fahrt zum St. Antonio Fest in die
italienische Gemeinde Gallicano nel Lazio bei Rom war das Komitee für
Europäische Verständigung Freigericht e.V. eingeladen. Höhepunkte der
kirchlichen Feierlichkeiten waren die Prozession und die Segnung der
Tiere. In diesem Jahr wurde das Komitee von Dechant Stefan Buß
begleitet.
Bei
strahlendem Sonnenschein feierte Gallicano nel Lazio in 2008 das Fest
des Heiligen St. Antonio. Eingeladen zur Teilnahme an diesem hohen
Kirchenfest in der befreundeten italienischen Gemeinde war das Komitee
Freigericht. Erstmals begleitet wurden die Mitglieder des Komitees in
diesem Jahr durch Dechant Stefan Buß.
Im Rahmen einer Prozession wird die Statue des Heilige St. Antonio von der
Kirche zum Dorfplatz getragen, gefolgt von den Würdenträgern und
Bürgern der Stadt. Dort werden u.a. die Tiere gesegnet, deren
Schutzpatron St. Antonio ist. Bild von rechts nach links: Don Enrico, Dr. Gerd Porsch und Dechant Stefan Buß. Im Hintergrund die Statue des Heiligen.
Im
Januar 2008 besuchte das Komitee Freigericht unsere befreundete
italienische Gemeinde Gallicano nel Lazio. Auf Einladung des
italienischen Komitees ist eine kleine Delegation aus Freigericht nach
Gallicano gereist, um diesem Fest beizuwohnen. Bild: Geschmückter Wagen mit Tieren
Sant’Antonio Abate a ...
Provincia di Roma
il 20 gennaio 2008
In occasione della festività in onore di Sant'Antonio Abate la provincia di Roma è in festa.
A
Gallicano la festa si raddoppia con la festa patronale. L’evento, che
sarà accompagnato da una lotteria gastronomica, musica, danze, una
pittoresca cavalcata, bandiere e fuochi d’artificio, vedrà svolgersi la
gustosissima Sagra del Ciambellone.
Festlichkeiten zu Ehren des Heiligen San Antonius in der Provinz von Rom
Wegen
der Feiern zu Ehren des Heiligen St. Antonius ist die Provinz von Rom
in Feierlaune. Am 17. Januar ist es für jedermann möglich, an
Festlichkeiten zu Ehren des heiligen Eremiten, der sich im Alter von 20
Jahren seinem Besitz entsagt hat und sich entschloss, ein asketisches
Leben in den antiken Grabhöhlen in den Bergen zu führen.
Bei den
Festlichkeiten für den heilige St. Antonio, der im Alter von einhundert
Jahren nach einem langen Leben in Pilgerschaft gestorben ist, werden am
17. Januar die Haustiere gesegnet, deren Schutzpatron er ist. In der
Provinz von Rom beginnen die Feierlichkeiten in Monterontondo mit einem
Zug von Menschen, der aus der Wohnung des Herrn, der im letzten Jahr die
Ehre hatte den Heiligen aufzubewahren, mit der Heiligenfigur zum Dom
zieht, wo anschließend eine Messe gehalten wird. Am Sonntag nach dem 17.
Januar, findet auf der Piazza die Segnung der Tiere statt, wonach im
Anschluss die traditionelle Cavalcata beginnt: der Heilige - er wird von
dem Herrn getragen, wo er im letzten Jahr beherbergt war, geht im Dorf
von Kirche zu Kirche, gefolgt von zahlreichen Reitern mit festlich
geschmückten Pferden. Nach den religiösen Handlungen wird die
Heiligenfigur einem neuen Herrn anvertraut. Die Feierlichkeiten werden
mit einem grandiosen Feuerwerk gekrönt.
In Gallicano haben die
Festlichkeiten eine doppelte Bewandtnis, weil St Antonio zugleich
Schutzpatron ist. Das Fest wird mit einer Tombola der Speisen, Musik,
Tanz, einem Zug von Pferden, Fahnen und Feuerwerk begleitet. Dazu
genießt man den schmackhaften Ciambellone (Kranzkuchen).
Gallicano nel Lazio (Storia)
Era il 1685 e Nicolò Pallavicini aveva solo tre anni quando suo padre, Giovan Battista Rospigliosi, duca di Zagarolo, gli vendette per 497.464 scudi il principato di Gallicano nel Lazio. La scelta di scorporare il feudo di Gallicano da quello del non lontano Zagarolo – cittadina anch’essa all’epoca di pertinenza della famiglia Rospigliosi – spettante al primogenito del Rospigliosi, Clemente, e dunque di frazionare apparentemente il patrimonio familiare, completava in realtà una strategia alla base del contratto matrimoniale tra Giovanni Battista Rospigliosi e Maria Camilla Pallavicini volta a garantire la continuità e a preservare tanto il nome quanto la fortuna della ricchissima famiglia genovese dei Pallavicini, di cui quest’ultima era rimasta l’unica erede.Nicolò Pallavicini, è facile intuirlo, non mostrò interesse per il suo feudo se non diversi anni dopo quando, a partire dagli anni trenta del ‘700, intraprese una serie di iniziative di pubblica utilità di cui alcune, come la riedificazione della chiesa di Sant’Andrea, che in particolare caratterizza in senso rococò il volto di Gallicano. Se a completo beneficio della comunità va annoverato il restauro dell’acquedotto romano che da Palestrina riforniva il territorio di Gallicano – ma maliziosamente di potrebbe insinuare come anche il periferico Casino Pallavicini, prescelto da Nicolò quale sua residenza in alternativa al palazzo familiare al centro dell’abitato, fosse ovviamente interessato dalla lunga e costosa opera – in tal senso può in prima istanza leggersi anche la riedificazione dell’antica chiesa di Sant’Andrea dove tuttavia le scelte artistiche operate vogliono rappresentare un chiaro manifesto di identità culturale e familiare. Non vi è infatti dubbio che le scelte artistiche che la famiglia del principe Pallavicini opera in questi anni a Gallicano si integrano perfettamente con quelle dei Rospigliosi a voler indicare chiaramente la continuità e, in ultima analisi, l’unione tra le due famiglie. Dalla documentazione pervenuta, in cui è possibile anche dedurre come fu probabilmente Maria Vittoria Altieri, moglie di Nicolò, a curare la gestione economica della ristrutturazione, emergono i nomi degli artisti attivi nel cantiere: si tratta di maestranze la cui formazione accademica, erede della linea classicheggiante di Maratta, corrisponde alla committenza e al gusto dei Rospigliosi. Tra il 1731 e il 1734 si collocano, con una incredibile celerità, i lavori di riedificazione dell’edificio ecclesiastico, eseguiti molto probabilmente su disegno del poco noto Lorenzo Possenti secondo un lessico tardo barocco vivacizzato dalle decorazioni in stucco delle specchiature laterali e dello stemma Pallavicini inserito sulla sommità della facciata. Non stupisce, tenuto conto delle date di costruzione, che fin dal 1732 risultino i primi pagamenti, per un totale di 20 scudi ciascuno, per i dipinti – purtroppo non tutti conservati – dei quattro altari laterali e dell’altare maggiore, unica eccezione allo standard economico con il suo compenso di 40 scudi. Gli artisti coinvolti, anche in questo caso pittori poco noti e non di primo piano nelle committenza dell’epoca, come Ferdinando Ludovisi che eseguì ben due tele, il Cristo in croce con le Marie e la Madonna del Rosario, o Filippo Fregiotti cui doveva ascriversi il perduto dipinto con i due santi titolari della chiesa, Andrea e Gallicano (esiste in loco una copia ottocentesca), oppure ancora Carlo Francesco Chiari al quale nel 1733 andarono i 40 scudi per la sua opera, da porsi sull’altare maggiore, sono comunque attivi anche nei cantieri decorativi promossi anche dai Rospigliosi. Il Chiari rappresenta inoltre un caso particolare perché figlio del più celebre Giuseppe, morto nel 1727, più volte a servizio dei Rospigliosi. La tela destinata alla chiesa di Sant’Andrea è andata purtroppo perduta: se ne conserva ancora oggi sull’altare maggiore una copia che le fonti definiscono fedele all’originale. È interessante notare come il dipinto del Chiari sfruttasse evidentemente un precedente illustre ricalcando la Sacra Famiglia eseguito da Niccolò Berrettoni per la chiesa di Santa Maria in Montesanto. Il Berrettoni era pittore ben noto alla principessa Maria Vittoria Altieri Pallavicini, poiché aveva lavorato nel palazzo della famiglia paterna insieme al Maratta. L’episodio della committenza della chiesa di Sant’Andrea a Gallicano illustra dunque un preciso momento del gusto che, alle scelte individuali, lega anche – è stato già detto – strategie familiari volte a rappresentare attraverso le scelte artistiche anche la coesione della famiglia Pallavicini Rospigliosi.